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Fin dall'incontro giovanile con Filippo de Pisis, che lo aiuta a muovere i primi passi nell'arte, il percorso di Remo Bianco si svolge attraversando i contesti più fecondi degli anni Cinquanta e Sessanta: negli Stati Uniti conosce Jackson Pollock e l'Espressionismo astratto; a Milano e Parigi frequenta Pierre Restany, Lucio Fontana, Beniamino Joppolo, gli spazialisti e il movimento nucleare. Per quattro decenni Bianco ha vissuto la ribalta dell'arte con un ruolo di primo piano, reinventando in un modo tutto personale i linguaggi più moderni.